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Chi sta perdendo la guerra in Ucraina?

Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina: L’articolo che segue è basato su un’analisi approfondita di Manlio Graziano, fondatore del Nicholas Spykman International Center for Geopolitical Analysis. Graziano offre una visione lucida e argomentata su chi stia realmente perdendo la guerra in Ucraina, esaminando le dinamiche strategiche e politiche che influenzano il conflitto. Le sue riflessioni mettono in luce non solo le difficoltà militari di entrambe le parti, ma anche i complessi rapporti diplomatici che stanno delineando il futuro della regione e dell’ordine internazionale.

Chi sta davvero perdendo la guerra in Ucraina?

La guerra in Ucraina, iniziata nel 2022 con l’invasione russa, ha portato a una lunga e devastante fase di stallo, con entrambe le parti che continuano a subire pesanti perdite, sia militari che civili. La domanda che oggi molti osservatori si pongono è chi stia realmente perdendo in questo conflitto che sembra sempre più destinato a non avere un vincitore chiaro. Se da un lato l’Ucraina lotta per la sua sopravvivenza, dall’altro la Russia si trova intrappolata in un conflitto che non sembra riuscire a risolvere rapidamente. Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, ha intrapreso una strenua battaglia diplomatica per ottenere il sostegno dell’Occidente, ma i segnali provenienti dalle capitali europee e da Washington sono ambigui.

Ogni volta che mette in moto i suoi muscoli militari, la Russia si sfianca e, come è successo due volte nel Novecento, crolla – a meno di non essere aiutata da una vera superpotenza. Per questo, è lecito affermare che Mosca abbia perso questa guerra fin dal 24 febbraio del 2022

Manlio Graziano

Il fallimento del “piano per la vittoria” di Zelensky

Volodymyr Zelensky, dopo mesi di viaggi e incontri con i leader mondiali, sembra tornare a Kiev con sempre meno speranze di vedere realizzato il suo “piano per la vittoria”. Il piano, ampiamente criticato per la sua mancanza di realismo, appare ormai svuotato di significato, poiché le promesse di un supporto incondizionato da parte degli alleati occidentali si stanno rivelando sempre più inconsistenti. Nonostante le rassicurazioni pubbliche di sostegno “fino alla vittoria” pronunciate da figure come Joe Biden, il vero scenario dietro le quinte è ben diverso.

Gli alleati occidentali, benché ufficialmente solidali con l’Ucraina, stanno iniziando a fare i conti con una realtà economica e politica che non permette di sostenere indefinitamente lo sforzo bellico ucraino. La crescente impopolarità della guerra nei paesi europei, insieme all’incertezza legata alle elezioni americane del 2024, sta creando crepe nelle alleanze che Zelensky aveva costruito. Questo scenario di incertezza è aggravato dalla concreta possibilità che Donald Trump, noto per le sue posizioni ambigue nei confronti del sostegno all’Ucraina, possa tornare alla Casa Bianca.

Guerra in Ucraina

La frustrazione diplomatica di Kiev

Di fronte a questo panorama, Zelensky ha intensificato i suoi sforzi diplomatici, cercando di ottenere il massimo dalle alleanze che ancora resistono. Tuttavia, l’articolo del Financial Times del 7 ottobre 2023 ha segnalato una realtà molto diversa. Secondo fonti interne, il governo ucraino sta iniziando a riconoscere che le forze a disposizione, sia in termini di soldati che di armamenti, non sono più sufficienti per garantire una vittoria militare.

Le risorse sono al limite, e il freddo inverno in arrivo preannuncia un ulteriore calo del morale della popolazione, già provata da mesi di blackout e carenze di beni essenziali. La prospettiva di una pace negoziata sembra guadagnare terreno tra i circoli dirigenti di Kiev, anche se nessuno è disposto ad ammetterlo pubblicamente. L’ipotesi di un accordo in cui Mosca mantiene il controllo su una parte significativa del territorio ucraino, senza però ottenere un riconoscimento ufficiale della sovranità, è stata messa sul tavolo. Tuttavia, questa soluzione difficilmente sarà accettata dalla Russia, che è entrata in guerra per evitare che l’Ucraina si avvicinasse ulteriormente alla NATO, un rischio percepito come esistenziale dal Cremlino.

Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina:. La Russia: tra difficoltà interne e resistenza esterna

Dal lato russo, la situazione non appare meno complicata. Nonostante i progressi territoriali iniziali, la Russia ha visto il suo esercito bloccato in un conflitto che sembra sempre più difficile da gestire. Le sanzioni economiche imposte dall’Occidente hanno messo a dura prova l’economia russa, e la pressione interna cresce, anche se con meno visibilità rispetto a quanto avviene in Ucraina. Il Cremlino, tuttavia, continua a considerare l’Ucraina come un territorio di fondamentale importanza strategica, e difficilmente accetterà un compromesso che possa mettere a rischio la sua sicurezza nazionale percepita.

La resistenza di Mosca alle proposte negoziali

Nonostante alcune aperture alla trattativa suggerite dai governi occidentali, Mosca non sembra intenzionata a cedere su punti chiave come il controllo sui territori occupati. La Russia ha chiaramente indicato che l’espansione della NATO verso est è uno dei motivi principali dell’invasione, e qualsiasi soluzione che preveda un ingresso dell’Ucraina nell’alleanza atlantica sarebbe inaccettabile per il Cremlino. In questo contesto, anche se militarmente la Russia ha subito battute d’arresto, politicamente Vladimir Putin non sembra disposto a ritirarsi senza aver ottenuto garanzie sostanziali.

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Le prospettive di un conflitto prolungato per la guerra in Ucraina

Sia la Russia che l’Ucraina si trovano, quindi, in una situazione di stallo. Da una parte, l’Ucraina continua a resistere grazie al sostegno occidentale, ma il rischio di un esaurimento delle risorse è concreto. Dall’altra, la Russia ha investito pesantemente in questo conflitto, e una ritirata senza risultati concreti rappresenterebbe un colpo durissimo per l’immagine del governo di Putin. Le prospettive di una soluzione diplomatica sembrano ancora lontane, e nel frattempo le sofferenze per la popolazione civile si fanno sempre più gravi.

La guerra sta infatti distruggendo le infrastrutture ucraine e, secondo stime recenti, il paese potrebbe impiegare decenni per ricostruire ciò che è stato perso. La ricostruzione richiederà enormi risorse finanziarie, che l’Ucraina non potrà sostenere da sola. Gli stessi partner internazionali che oggi forniscono armi dovranno in futuro decidere se e quanto investire nella ricostruzione di un paese devastato.

Il ruolo degli alleati occidentali

Il ruolo degli alleati occidentali in questa guerra è stato determinante, ma non senza controversie. L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno fornito miliardi di euro e dollari in aiuti militari, finanziari e umanitari, ma la pressione interna in molti paesi occidentali cresce. L’inflazione, l’aumento dei costi energetici e la crescente sfiducia nei confronti di una guerra che non sembra vicina a una risoluzione stanno minando il consenso politico nei governi che sostengono Kiev. Questo rischio è particolarmente evidente negli Stati Uniti, dove il futuro del sostegno all’Ucraina dipenderà molto dall’esito delle elezioni presidenziali del 2024.

Opinione critica: il rischio di una sconfitta comune

Alla luce di queste considerazioni, appare sempre più probabile che entrambe le parti perdano questa guerra, anche se in modi diversi. L’Ucraina, pur continuando a lottare per la sua indipendenza, potrebbe non riuscire a recuperare tutti i territori occupati e potrebbe vedere il suo futuro legato a un compromesso difficile da digerire per la popolazione. La Russia, dal canto suo, rischia di trovarsi isolata sulla scena internazionale, con un’economia indebolita e un’immagine compromessa.

La guerra in Ucraina è diventata una questione di logoramento, e il vero perdente sembra essere l’intero sistema internazionale, incapace di trovare una soluzione che metta fine a questo conflitto distruttivo. Il fallimento di una soluzione diplomatica rapida potrebbe aprire la strada a nuove tensioni e conflitti in altre aree del mondo, mentre l’Europa si troverebbe a fare i conti con una crisi che mette a rischio la stabilità e la sicurezza dell’intero continente.